
Papa Pio XII sottolineava che la Chiesa “in via di principio considera normale la cooperazione della Chiesa e dello Stato, e considera come un ideale l’unità del popolo nella vera religione e l’unità d’azione tra essa e lo Stato” 1. Non appena la Chiesa ottenne la libertà, prese ad esortare i capi di Stato a promuovere una politica conforme ai comandamenti di Dio e ad appoggiare l’operato della Chiesa. Gesù Cristo non sottrae a nessun capo di Stato la sua autorità, e tuttavia vuole che i re e i capi di Stato lo servano. Egli è il “Re dei Re” (cfr. 1 Tim 6,15; Ap 17,14).
- 1. Discorso ai partecipanti al X Congresso Internazionale di Scienze Storiche (7 settembre 1955).
In uno Stato la cui popolazione è quasi unanimemente cattolica, anche il governo, normalmente, dovrebbe essere formato da cattolici, che favoriscano e proteggano la religione cattolica.
Naturalmente, nessuno vuole che in uno Stato cattolico si sia obbligati ad abbracciare la fede cattolica. Anzi, questo è espressamente proibito, perché un atto di fede, per essere tale, dev’essere libero. Perciò, in uno Stato cattolico, nei confronti dei non cattolici si applica il principio della tolleranza.
Èquindi perfettamente conforme a tale tradizionale insegnamento della Chiesa la scelta, fatta in Svizzera nel 2009 tramite un referendum, di proibire la costruzione di minareti. In tal modo, i musulmani possono vivere la loro fede anche in Svizzera, senza che sia necessario permettere loro di lasciare un’impronta islamizzante in un paese cristiano.
Il Concilio Vaticano II
Questo – che è l’insegnamento costante della Chiesa – è stato modificato con la Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanæ del Concilio Vaticano II. Secondo questo documento, lo Stato non deve concedere alla religione cattolica nessuna protezione speciale e nessun particolare privilegio; dovrebbe quindi trattare alla pari tutte le religioni e perfino le sette più fanatiche, finché non sono di nocumento all’ordine pubblico.
Dopo il Concilio, gli ultimi grandi Stati cattolici hanno dovuto – su spinta del Vaticano – modificare la loro costituzione. In Colombia ciò fu fatto addirittura contro l’espressa volontà del Presidente.
Una simile laicizzazione degli Stati ha ulteriormente favorito l’indifferenza religiosa. Dio e Gesù Cristo sono stati allontanati dalla vita pubblica e sono diventati solo “questioni private” (anche se, là dove il riposo domenicale gode ancora di una particolare protezione ed esistono ancora feste cristiane riconosciute dallo Stato, la laicizzazione non può dirsi portata, per il momento, al suo stadio terminale).
Del resto, ancora oggi – per citare un esempio – l’anglicanesimo in Inghilterra è religione di Stato. La regina o il re devono essere anglicani: un monarca o un aspirante al trono che si convertisse al cattolicesimo sarebbe costretto subito ad abdicare o a ritirare il suo diritto al trono.